Centro di Ricerca sulle Aree Interne e gli Appennini (ArIA)

Università Iuav di Venezia
18 Agosto 2012
Università di Innsbruck
20 Agosto 2012

Il Centro di Ricerca sulle Aree Interne e gli Appennini (ArIA), inaugurato a Campobasso il 22 Aprile 2016, mira allo sviluppo e alla conservazione delle Aree Interne con particolare riferimento ai paesaggi rurali e forestali ed alle problematiche socio-territoriali, incluse quelle storiche, istituzionali, giuridico-economiche, demografiche, ambientali  e di pianificazione territoriale, attraverso la messa a punto di modelli operativi integrati e finalizzati alle peculiarità dei contesti regionali italiani. ArIA rappresenta un polo di studio, ricerca e innovazione, che grazie ad una lettura scientifica, innovativa e multidisciplinare dei fenomeni, fornisce supporto alla società civile e alle istituzioni contribuendo alla definizione degli strumenti di governance e policy territoriale.

L’individuazione delle Aree Interne del Paese parte da una lettura policentrica del territorio italiano, caratterizzato da una rete di comuni o aggregazioni di comuni (centri di offerta di servizi) attorno ai quali gravitano aree caratterizzate da diversi livelli di perifericità spaziale, ma che custodiscono un patrimonio diffuso di risorse. Si tratta di una prima proposta di territorializzazione, aperta alla discussione, supportata da un strumento di geovisualizzazione che permetterà una lettura delle diverse opzioni.

Le aree interne presentano una struttura assai diversificata al loro interno, distano oltre 40 minuti (Comuni periferici e ultra periferici, indicatore di accessibilità calcolato in termini di minuti percorrenza rispetto al polo più prossimo) da centri di agglomerazione che offrono un sistema completo di servizi di base (scuola, salute, mobilità) ed ospitano il 22.2% (13.48 milioni di persone) della popolazione italiana.

In particolare, il Centro si propone le seguenti finalità:

  1. Raccolta di dati esistenti e predisposizione di nuovi protocolli di raccolta dati in campo storico, sociale, economico, giuridico e ambientale;
  2. Analisi congiunta delle diverse tipologie di dati al fine di produrre quadri analitico-conoscitivi in grado di caratterizzare al meglio i processi territoriali in relazione alla matrice socio-economica ed agli assetti legislativi e normativi;
  3. Analisi rischi, criticità ed opportunità legati al rapporto uomo-ambiente nelle Aree Interne: aspetti produttivi, infrastrutture, servizi, turismo, welfare, assetto istituzionale e pratiche partecipative;
  4. Creazione di un Laboratorio internazionale di monitoraggio delle Terre Alte, per il controllo della biodiversità in relazione ai cambiamenti climatici e ai cambiamenti d’uso del suolo, direttamente collegato alla Strategia Nazionale per la biodiversità e ai programmi internazionali di monitoraggio a lungo termine già esistenti, e per allargare il concetto della Climate–Smart Agriculture (sensu FAO) al settore forestale e montano (e.g. Progetto GLORIA, rete LTER, The EFI Project Centre on Mountain Forests (MOUNTFOR));
  5. Creazione di un laboratorio interdisciplinare per l’analisi dei cambiamenti demografici e d’uso del territorio avvenuti nelle Aree Interne e nell’Appennino negli ultimi decenni tramite approcci innovativi (inventariali e cartografici);
  6. Analisi quali-quantitativa della domanda ed offerta di beni e servizi ecosistemici al fine di individuare rischi ed opportunità per le linee politiche e pianificazione anche grazie alla predisposizione di ipotetici scenari di sviluppo futuri in relazione alle dinamiche politico-istituzionali, socio-economiche ed ambientali (e.g. cambiamento climatico, cambiamenti d’uso del suolo e rischi connessi al dissesto idrogeologico);
  7. Elaborazione proposte normative e progettuali per lo sviluppo delle Aree Interne e la loro governance, anche tramite la creazione di un osservatorio delle best practices e delle esperienze di rivitalizzazione e rigenerazione territoriale;
  8. Sviluppo ed avanzamento dei processi partecipativi sui temi di ricerca grazie anche all’organizzazione di meeting, convegni e seminari, la redazione di pubblicazioni di tipo scientifico e/o divulgativo, e la predisposizione di un sito web dedicato per la condivisione degli avanzamenti legati alla presente proposta progettuale;
  9. Formazione su queste tematiche, assumendo un ruolo di coordinamento dei corsi di dottorato esistenti e l’individuazione di figure (assegnisti, borsisti, ricercatori a tempo determinato) di supporto, tra gli altri, all’organizzazione di master universitari, corsi di specializzazione e summer school;
  10. Individuazione di canali di finanziamento ed avanzamento di proposte progettuali in ambito nazionale e comunitario (INTERREG, Horizon2020 etc.);
  11. Armonizzazione degli output della ricerca con gli strumenti normativi e di pianificazione attualmente esistenti sul territorio, dalle Direttive Comunitarie, alle Strategie e politiche nazionali, agli strumenti di pianificazione vigenti a livello regionale e sub-regionale;
  12. Creazione di linee guida di gestione applicabili sul territorio che seguano un gradiente potenzialmente esteso dalla gestione attiva (conservazione e valorizzazione dei paesaggi storici e culturali) a quella passiva (rewilding). Tali linee rappresenteranno una sorta di vademecum applicabile ai diversi contesti territoriali per l’implementazione di strategie di sviluppo basate sui principi della bioeconomy e dello sviluppo sostenibile;
  13. Individuazione di casi studio a livello locale per la creazione di laboratori di rinascita territoriale tramite i quali sperimentare l’approccio proposto tramite azioni concrete di restauro ambientale, ripopolamento, empowerment delle comunità locali, promozione delle autonomie locali, tutela e conservazione del paesaggio storico-culturale, implementazione di schemi di pagamento per i servizi ambientali ecc.

Centro di Ricerca sulle Aree Interne e gli Appennini (ArIA)